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Sinodo 2021-2024

SINODO, significa etimologicamente "cammino fatto insieme".

  • Cammino implica movimento, un posto da cui partire ed una mèta, un traguardo da raggiungere; il cammino comporta un tempo (lungo), esige desiderio, entusiasmo, resistenza, fatica e gioia; camminare comporta tappe, soste, verifiche…
  • Insieme, per andare lontano (proverbio africano), insieme ad altri, diversi da noi, con idee, forze, età, sensibilità, storie, esperienze, ecc. differenti. Per la Chiesa, insieme ai laici, pastori, al Vescovo di Roma, un concetto facile da esprimere a parole, ma non così facile da mettere in pratica.
  • "Sinodalità non è una moda, uno slogan o il nuovo termine da usare o strumentalizzare nei nostri incontri… non stiamo facendo un parlamento, non stiamo facendo una studio su questo o l'altro, no: stiamo facendo un cammino di ascoltarsi ed ascoltare lo Spirito Santo… che è un modo di pregare".
  • "La sinodalità esprime la natura della Chiesa, la sua forma, il suo stile, la sua missione".

E' un invito del Vescovo di Roma, Francesco a tutta la Chiesa universale ed alle Chiese locali.

PERCHE' UN SINODO?

PARTIAMO DALLE PARROCCHIE
"… deve cominciare dal basso in alto, nelle piccole comunità, nelle parrocchie. Un processo che richiederà pazienza e lavoro, far parlare la gente, e che esca la saggezza del popolo di Dio".

DA CHI E DA CHE COSA?
La Chiesa è, come Cristo, un mistero, un sacramento, umano e divino insieme, cielo e terra, tempo ed eternità. Impariamo dall'Incarnazione: partiamo da Dio, dalla sua Parola che crea e rinnova, per comprendere che cosa vuole Dio dal suo popolo in questo tempo e in questo luogo. E partiamo dalla parrocchia, dalle persone, dalla nostra realtà urbana, dalla sua storia e dalla situazione attuale.

COME CAMMINARE?

  • Con fede: è nel nome di Cristo che camminiamo e con la guida del suo Spirito che egli ci ha lasciato come dono pasquale a suggerire, guidare, incoraggiare, rinnovare…
  • Con umiltà: dati i nostri limiti e debolezze di fronte a Dio e ai fratelli di fede con i quali condividiamo il cammino senza protagonismi, pregiudizi, nella ricerca continua della comunione tra noi.
  • La preghiera. La sinodalità è prima di tutto una preghiera al Signore per conoscere le sue vie. Le sue, non le nostre. Le vie sono tante, non una sola soltanto. E allora, con il salmo 25: "Fammi conoscere, Signore, le tue vie". La preghiera ci dice che non è la Chiesa il centro, non può essere autoreferenziale. La Chiesa vive da Cristo e verso di lui, è Lui il centro e l'orientamento.
  • L'ascolto. Una Chiesa sinodale è una Chiesa dell'ascolto, nella consapevolezza che ascoltare è più che sentire. E' un ascolto reciproco in cui ciascuno ha qualcosa da imparare. L'uno in ascolto degli altri – popolo fedele, collegio episcopale, il Vescovo di Roma – e tutti in ascolto dello Spirito Santo, lo Spirito della verità (Giovanni 14,17). Avere orecchi, ascoltare è il primo impegno. Si tratta di sentire la voce di Dio, cogliere la sua presenza, intercettare il suo passaggio e soffio di vita.

IL PROTAGONISTA
E' lo Spirito santo, promesso dal Risorto e donato a tutti (anche ai pagani, v. Atti degli apostoli……). Così ha fatto nei suoi problemi e decisioni la prima Chiesa (Atti 15,28): Abbiamo infatti deciso, lo Spirito Santo e noi…..Senza lo Spirito, la sinodalità diventerà un 'parlamento' umano.

LA GERARCHIA
Gerarchia non come potere, ma come servizio, 'ministero' tra i ministeri.  "Non fatevi chiamare 'maestro', perché voi siete tutti fratelli e uno solo è il 11'In mezzo a voi', il più grande deve essere il servitore degli altri. 12Chi vorrà farsi grande, Dio lo abbasserà; chi resterà umile, Dio lo innalzerà. (Matteo 23, 1-12).
I pastori camminano con il popolo a volte davanti, a volte in mezzo, a volte dietro. Il buon pastore deve muoversi così: davanti per guidare, in mezzo per incoraggiare e non dimenticare l'odore del gregge, dietro perché il popolo ha anche "fiuto". Ha fiuto per trovare nuove vie per il cammino, o per ritrovare la strada smarrita.

Con CRISTO, unico sacerdote,TUTTI sacerdoti con il BATTESIMO.
Tutte infatti le loro attività, preghiere e iniziative apostoliche, la vita coniugale e familiare, il lavoro giornaliero, il sollievo spirituale e corporale, se sono compiute nello Spirito, e anche le molestie della vita, se sono sopportate con pazienza, diventano offerte spirituali gradite a Dio attraverso Gesù Cristo (cfr. 1 Pt 2,5); nella celebrazione dell'eucaristia sono in tutta pietà presentate al Padre insieme all'oblazione del Corpo del Signore. Così anche i laici, in quanto adoratori dovunque santamente operanti, consacrano a Dio il mondo stesso.

Con CRISTO, TUTTI profeti con il BATTESIMO.
Cristo, il grande profeta, il quale con la testimonianza della sua vita e con la potenza della sua parola ha proclamato il regno del Padre, adempie il suo ufficio profetico fino alla piena manifestazione della gloria, non solo per mezzo della gerarchia, che insegna in nome e con la potestà di lui, ma anche per mezzo dei laici,. Essi si mostrano figli della promessa quando, forti nella fede e nella speranza, mettono a profitto il tempo presente (cfr. Ef 5,16; Col 4,5) e con pazienza aspettano la gloria futura (cfr. Rm 8,25). E questa speranza non devono nasconderla nel segreto del loro cuore, ma con una continua conversione e lotta «contro i dominatori di questo mondo tenebroso e contro gli spiriti maligni» (Ef 6,12), devono esprimerla anche attraverso le strutture della vita secolare. (dal Concilio Vaticano II° Lumen Gentium nn. 34-35).

PERCHE' METTERSI IN CAMMINO?
'Oggi la Chiesa cattolica è chiamata a misurarsi con la propria fragilità, che non riguarda solo le persone da cui è composta, ma coinvolge anche il suo impianto istituzionale. La credibilità necessaria per comunicare l'Evangelo non può essere data per scontata, ma va suscitata attraverso percorsi comunitari di corresponsabilità, dove traspaia fraternità/sororità, che lascino emergere la dignità di ciascuno/a a tutti i livelli. Questa è la condicio sine qua non per riguadagnare un clima di fiducia nel quale ciascuno possa sentirsi soggetto rispettato e libero'

METODO
"Per dare forma e concretezza al processo sinodale stato proposto un metodo di ascolto delineato secondo i principi della conversazione spirituale. Non è stata l'unica strada percorsa; accanto ai piccoli gruppi sinodali, sono stati realizzati anche incontri e confronti assembleari, colloqui con singole persone; somministrazione di questionari, realizzazione di documenti da parte di alcuni gruppi. La varietà dei metodi e degli strumenti rappresenta una ricchezza, ma a condizione che si salvaguardi la coerenza dei mezzi con il fine, che è promuovere le relazioni e la costruzione di legami” (CEI, Sintesi nazionale della fase diocesana, 2.10). Il testo allegato.

I primi passi
Le nostre due comunità di San Quirino e del SS. Redentore hanno iniziato questo lungo cammino con due incontri informativi e formativi con tutti gli operatori pastorali. Sono seguite due Assemblee 'post missam' domenica 16 luglio 2023 a San Quirino e domenica 30 luglio al Redentore. Le reazioni: "Da ripetere. E' la prima volta che possiamo parlare in chiesa ed essere ascoltati!". Sono allo studio e in preparazione nuove iniziative di ascolto più ampio con interviste, gruppi e 'scatole'.

IMPORTANTE!
Il primato delle relazioni sull'organizzazione.
Il primato dei volti sui progetti.
Il primato delle persone sulle strutture.